“L’Aquila Città Universitaria”. Pasquali-Campomizzi Campus Universitario: una caserma in meno, un campus in più!
Pubblicato il 4 Agosto 2011 | Autore: Redazione Udu L'Aquila | Categoria: In evidenzaL’Unione degli Universitari già all’indomani del sisma aveva posto la necessità di una pianificazione lungimirante nella ricostruzione, che tenesse conto non solo della ricostruzione materiale ma anche delle potenzialità del sistema ateneo di veicolare ed attrarre risorse e di rispondere a fondamentali esigenze di ricostruzione sociale e relazionale per tutta la città.
Dopo il terremoto abbiamo assistito ad un fenomeno di “allungamento” della città, lo “sprawl” cittadino ha trascinato con sè anche la dispersione abitativa degli studenti mentre il nucleo centrale accademico si è riversato quasi interamente sul polo di Coppito.
In questo contesto i servizi minimi universitari sono stati resi difficili e costosi.
Il rilancio dell’Università e la ricostruzione della dimensione universitaria, oltre che dalle incertezze normative (Riforma Gelmini, Accordo di Programma….) e dal disinteresse delle istituzioni locali, è messa a rischio dalla dispersione e dalla carenza di servizi, che rende quella che un tempo era una “città ideale per gli studi” un luogo ormai del tutto invivibile, come dimostrato anche da dati diversi sul rendimento accademico, non spiegabili altrimenti.
D’altro canto la ricostruzione della città, anche nel suo nucleo storico, stenta, non solo per motivi normativi, ma anche e soprattutto per l’assenza di reali interessi economici attorno allo stesso.
Gli investimenti privati, ancora oggi, continuano ad orientarsi verso nuclei industriali periferici e senza peraltro alcun intervento in merito alla qualità della vita, senza nessun raccordo tra aree diverse, tra centro e periferia. Dopo due anni siamo a un bivio, la città è impantanata nelle sabbie mobili di una ricostruzione puramente burocratica, senza obiettivi strategici, senza pianificazione funzionale ed urbanistica e, come evidente, senza effetti e che rischia di vanificare quanto fatto dalla comunità universitaria.
D’altronde un campus residenziale periferico in un contesto come quello aquilano finirebbe per “disperdere” gli effetti benefici della presenza universitaria lontano dall’agglomerato urbano della città e del suo centro storico.
Sono gli stessi studenti, basta guardare “l’invasione” il centro storico ogni giovedi notte, ad indicare la volontà di riappropriarsi di una dimensione cittadina, e peraltro gli sforzi dell’Ateneo sull’ex San
Salvatore e per il recupero di Palazzo Camponeschi non vanno ignorati.
La Caserma Pasquali-Campomizzi rappresenta una grande “chance” per il progetto di ricostruzione sia sociale-relazionale che urbanistico-edilizio. Noi ne chiediamo la progressiva trasformazione, palazzina per palazzina, in grande campus universitario a gestione regionale-universitaria.
1. Nel bel mezzo della città da ripensare, riconnettere e ricostruire, vale ancora la pena avere una immensa caserma semi-deserta ? Quale valore può portare con sè e generare intorno a sè la presenza di una struttura residenziale e di servizi per oltre 1500 studenti universitari ?
2. In un territorio che sta consumando spasmodicamente territorio e che aggiunge costruzioni e costruzioni, il recupero e la trasformazione, senza un metrocubo di cubatura in più, di una immensa area già costruita in grado di riconnettere il centro storico da ricostruire, i quartieri devastati dal sisma come s.barbara e pettino, la grande area destinata a parco urbano di Piazza d’Armi e l’area ovest della città sottoposta a spasmodico sviluppo edilizio, può rappresentare una grandissima occasione per ricostruire una dimensione urbana centrale di grande qualità, tra parco urbano e palazzine a bassa cubatura, e accelerare la ricostruzione e la valorizzazione sia del centro storico, che dei quartieri della VII e della V circoscrizione devastati dal sisma e che si gioverebbero enormemente della presenza del campus, con i suoi studenti e i suoi servizi.
3. Una offerta alloggiativa universitaria aumentante anno per anno, oltre che rispondere ai bisogni degli studenti in condizione di difficoltà economica, può “stabilizzare” il mercato degli affitti, fissandone canoni medi e calmierando il mercato, a beneficio di tutti gli universitari, ma ancor più dei nuclei familiari, delle giovani coppie e dei single che spesso si vedono rifiutare la possibilità di “locare” perchè la “domanda” degli universitari produce una maggiore, e meno impegnativa, occasione di guadagno per i proprietari.
4. Il lancio di un grande progetto a servizio dell’Università rappresenta certamente un segnale in controtendenza rispetto ai servizi che la città dell’Aquila può oggi offrire, fungendo dunque da attrattore per il recupero delle immatricolazioni da fuori città, a beneficio dell’Università e dell’intera città.
5. L’organizzazione dei servizi, da quelli primari quali mense e trasporti, a quelli culturali e aggregativi ne gioverebbe in termini di efficacia, efficienza, ed economicità, garantendo un recupero della dimensione studentesca extra didattica che oggi rappresenta il principale tallone d’achille dell’Università dell’Aquila.
6. La direttrice Coppito (Optimes, Reiss Romoli, Polo Universitario-Ospedaliero) – PasqualiCampomizzi – Ex San Salvatore rappresenterebbe la linea di ripianificazione della nuova L’Aquila Città Universitaria, accelerandone il recupero edilizio, valorizzando i progetti di Parco Fluviale, e di Piazza d’Armi Parco Urbano e agevolando un ripensamento del territorio nel rapporto tra Città Urbana (con la direttrice al centro) e nuove aree di urbanizzazione (Sassa, Paganica- Bazzano, frazioni) che possa fermare la continua dispersione edilizia che tra queste si sta sviluppando e a cui la città assiste rassegnata.
Questo è il progetto che offriamo a tutta la Città, con la sua profonda valenza culturale insita nella trasformazione di una caserma in un campus, con la sua valenza per gli studenti, per l’Università e con la sua straordinaria valenza per i quartieri devastati, per il centro storico da ricostruire, per l’intera città. La migliore risposta possibile per una ricostruzione della città che sia materiale, sociale e relazionale, fondata sulla qualità.
Pasquali-Campomizzi Campus Universitario, L’Aquila Città Universitaria con un suo Centro Residenziale Universitario dentro la città, è un’opportunità storica. E’ l’occasione per realizzare a pieno quanto in forma diversa avveniva già prima del terremoto, cioè una città universitaria vera e propria, a dimensione di studente, di convivenza tra universitari e cittadini, tra interessi dell’Università ed interessi della Città.
Non esistono più scuse. I timori paventati da molti sulla tenuta del sistema universitario aquilano nel 2009 e la necessità di puntare su altro, sono a due anni di distanza clamorosamente e drammaticamente smentiti dai fatti. L’ “altro” sognato, sperato, ‘assaporato’ semplicemente non c’è, ed è difficile pensare che possa esserci in futuro. L’Università è ancora lì e, ad eccezione dell’edilizia, è ancora più di prima sostanzialmente l’unica funzione economica della città.
Su questo progetto, che abbiamo lanciato da subito dopo il sisma, che abbiamo “rivendicato” nelle manifestazioni del 17 e del 20 Novembre 2010, chiediamo e chiederemo all’intera città di riflettere, di discutere, di ragionare e verso questa prospettiva chiediamo e chiederemo che si orientino le scelte.
Udu L’Aquila
salve dove si trova esattamente il campus campomizzi?? cè qualche modo per contattare questo campus? numero o email??
salve dove si trova esattamente il campus campomizzi?? cè qualche modo per contattare questo campus? numero o email??
Salve vorrei sapere dove si trova il campus campomizzi e se si può avere il recapito di qualcuno della struttura per contattarlo. Grazie!