Giù le mani dalle nostre lauree. Cosa è il valore legale del titolo di studio?

Pubblicato il 17 Aprile 2012 | Autore: | Categoria: Primo Piano

In Italia è garantito “il valore legale del titolo””, per i titoli ottenuti in Università statali o private ma legalmente riconosciute equipollenti.
Questo vuol dire che ai fini dell’accesso alle professioni regolarmente- ingegneri, sanitari, dottori commercialisti, assistente sociale, psicologo, biologo ecc- e ai fini dell’accesso ai concorsi pubblici – nidi, enti locali, ect- se il titolo è valido a prescindere che l’Ateneo sia il Politecnico di Torino o L’Aquila, che sia Chieti o la Bocconi, che le tasse siano basse o altissime.

E se,come vuole il ministro, davvero abolissero il valore legale del titolo di studio?
Saresti certo che il tuo titolo finirebbe tra i titoli di “serie A” e non tra quelli di “serie B”?E se la differenziazione si facesse tra “serie A”, “B” e “C”, sei certo ceh il titolo che stiamo acquisendo sia riconosciuto come quello di Torino o Bologna o Pisa?

Se il tuo percorso di studi, i tuoi sforzi, le tue spese, finissero per non valere per l’accesso alle professione o ai concorsi pubblici?

Sai chi pensa cosa sulla proposta di abolizione del valore legale del titolo di studio?
Udu: noi come sempre l’abbiamo detto e scritto, per informazione e trasparenza. FERMA OPPOSIZIONE ALL’ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE! Salvaguardia e valorizzazione dei percorsi di studio nelle Università per l’accesso alla professioni e ai concorsi pubblici. Sono gli ordini e gli albi a dover essere riformati, non il valore legale a dover essere abolito.

Au: non è esplicito, ma il suo coordinatore nazionale già più volte ha dichiarato che piuttosto che la situazione attuale “meglio abolire il valore legale” (alias poichè va male, meglio il peggio! Riferimenti alle dichiarazioni trovate in rete)

Lista aperta (CL): “Non sento, non vedo, non dico” come le tre scimmiette, almeno nei confronti degli studenti. Ma ad osservatori attenti non è sfuggita la posizione del coordinatore delle liste nazionali, che definisce l’abolizione una occasione e prospetta come positivo una differenziazione dei titoli, ad esempio tra “grandi poli univerisari” e “atenei di piccole dimensioni”. Esattamente ciò che metterebbe a rischio il valore del titolo che stiamo acquisendo

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