Prima rinnovo Campomizzi, poi ulteriori progetti

Pubblicato il 16 Giugno 2014 | Autore: | Categoria: Comunicati Stampa, Diritto allo Studio & Cittadinanza

Le dichiarazioni fatte giovedì 12 giugno al Messaggero da parte del Presidente dell’ADSU Francesco D’Ascanio chiariscono come la sua attenzione sia tutta posta sulla scuola Carducci e sull’ex ITAS e non sull’attuale Residenza Universitaria Campomizzi. Bisogna ricordare al Presidente, qualora se ne fosse dimenticato, che l’interesse del Ministero della Difesa pende ancora come una spada di Damocle sull’ex caserma Campomizzi che vede la scadenza del comodato d’uso nel vicino 2015. In questo senso nulla è stato fatto, se non una lettera nei primi mesi del 2013 da parte del Presidente a cui comunque non è seguita una risposta soddisfacente da parte del Sottosegretario alla Difesa.

Proprio mentre il Sindaco Cialente rimarca pubblica l’importanza della Campomizzi, in una città dove il mercato degli affitti è fuori controllo, il Presidente D’Ascanio si muove in senso opposto.

Prima di lanciarsi in grandi progetti di costruzione di nuove residenze pubbliche senza tempi certi, l’udu ritiene prioritario garantire il rinnovo dell’accordo per la Campomizzi per un periodo di tempo che possa permettere agli studenti fuori sede la sicurezza di avere un alloggio pubblico a L’Aquila, anche perchè la Campomizzi è l’unica residenza pubblica della Regione ed è una realtà che potrebbe non esistere più se non venisse sbloccata la situazione al più presto.

Vogliamo inoltre sottolineare che nella giornata di giovedì non si è tenuto un CdA con ufficiale convocazione ma un semplice incontro tra i consiglieri dove non si è discusso di una possibile nuova residenza universitaria. Inoltre, è vero che il Consiglio di Amministrazione ha più volte manifestato l’interesse nella gestione del progetto C.A.S.E., ma è sempre stato sottolineato, soprattutto da parte degli studenti, come gli alloggi che verrano messi a disposizione debbano essere scelti con una certa logica e non possono essere situati in zone periferiche della città con tutti i problemi che deriverebbero poi dalla mancanza dei servizi.

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