Tasse Univaq, aumenti del 1000% per i più deboli. UDU: “ Proposta del Senato fuori dalla legge, o si cambia in CDA o ricorreremo al TAR!”

Pubblicato il 23 Luglio 2014 | Autore: | Categoria: Comunicati Stampa

Quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni di Luglio è solo l’ultimo atto di una serie di scellerate azioni che l’amministrazione universitaria sta portando avanti. La discussione sulla reintroduzione della tasse all’Università dell’Aquila è uno dei punti più importanti per il futuro di questo Ateneo da quando, nel 2009, queste furono sospese grazie ad un accordo di programma con il MIUR. Avevamo chiesto già da ottobre 2013 di ridiscutere con il Ministero un rinnovo dell’accordo di programma per un’uscita morbida dall’esonero totale delle tasse.

A questa grande opportunità sono seguiti solamente singoli incontri della Rettrice e del DG con il Ministero di cui nessuno sa nulla di concreto e da cui, ad oggi, non è scaturito alcun effetto positivo per l’Ateneo.

Si è arrivati invece a fine Luglio, cioè a pochi giorni dall’apertura delle immatricolazioni che avverrà il primo Agosto, ad una proposta di revisione radicale del sistema di tassazione rispetto a quello esistente prima del terremoto.

Nel Senato Accademico del 22 luglio si è deliberata la peggiore delle ipotesi possibili, nonostante gli studenti avessero più volte sollevato le criticità legate alla proposta di fasciazione, infatti si introduce un modello di tassazione per cui si andrà, in maniera del tutto contraria ad ogni norma o buon senso, ad applicare aumenti enormemente più alti per gli studenti con un ISEE basso rispetto al sistema del 2008.

Infatti la proposta del Senato prevede una prima rata di euro 300, uguale per tutti gli studenti e non abbattibile, a cui vanno aggiunti i 156 euro per il pagamento della tassa sul DSU Regionale, per un totale di 456 euro. A questa somma andrebbero aggiunti ben 220 euro per tutti gli studenti con fascia ISEE tra  0 e 21.000 euro. Per gli studenti che invece hanno una soglia ISEE tra i 21.000 ed i 53.000 euro il contributo aggiuntivo varierebbe dai 220 fino ai 900 euro, sulla base dell’ISEE. Insomma lo studente che avrà, ad esempio, un indicatore ISEE con 0 euro dovrà pagare 676 euro, a fronte di qualche decina di euro del pre-terremoto, mentre gli studenti con la soglia ISEE più alta pagheranno una tassa totale di 1356 euro. Solo sul contributo sarà poi possibile una graduazione di sconti di merito, escludendo i 300 iniziali (a fronte di una tassa di iscrizione fissata dal MIUR che dovrebbe essere di 198 euro) sia dalla fasciazione di reddito che dagli sconti. Il risultato rispetto alla tassazione del 2008 sarebbe un incremento per gli studenti a reddito 0 che può arrivare fino al 1000% mentre per i redditi a 30.000 di ISEE si pagherà fino ad un 50% di tasse in più; per i redditi a 40.000 l’aumento sarà del 26%. Tutto questo però, come fatto notare solamente dagli studenti, va a violare la norma di legge prevista dalla spending review del 2012, D.L 95/2012 poi convertito nella legge 135/2012, la quale prevede che, per gli studenti con ISEE al di sotto dei 40.000 euro, fino all’anno accademico 2015/2016 non si possano incrementare le tasse universitarie oltre il normale adeguamento Istat, che dal 2008 ad oggi sarebbe pari ad un incremento del 9.6%. Di fronte a questa proposta del tutto iniqua gli studenti dell’UDU rappresentanti in Senato Accademico non solo hanno votato contro, ma hanno poi abbandonato la seduta come segno di protesta e di dissenso verso un organismo ormai totalmente sconnesso dalla realtà sociale e dai vincoli della legge.

Tutto questo ovviamente ricalca un chiaro obiettivo politico per la Rettrice: evitare la prevedibile minore entrata nelle casse di Ateneo che altrimenti si genererebbe a causa del crollo degli immatricolati dovuto all’introduzione del numero chiuso; da lei voluto, non certo dagli studenti che manifestarono durante il Senato Accademico.

La proposta della Rettrice prevede una entrata dalla contribuzione studentesca stimabile tra i 14 ed i 18 milioni di euro, introito che dovrebbe gravare su un numero di studenti previsto intorno ai 20.000, a fronte di un introito pari a 13.7 milioni quando gli studenti erano circa 26.000. Il tutto gravando sulle fasce medie e basse, ovvero le più colpite dalla crisi di questi anni.

E’ il presupposto stesso delle entrate tra i 14Mni e i 18Mni di Euro contestuale al crollo degli iscritti che è del tutto illogico, irrazionale e frutto di una visione elitaria ed escludente dell’Università.

Per gli studenti prima il danno del numero chiuso, poi la beffa di farlo pagare ai redditi più bassi. L’UDU proporrà significative modifiche al Consiglio di Amministrazione e, qualora si cotinuerà ad insistere su una proposta fuori legge non esiteremo ad inchiodare l’Ateneo di fronte ai giudici Amministrativi, così come fatto negli ultimi anni in altri Atenei d’Italia che hanno violato le norme sulla contribuzione studentesca, dove abbiamo regolarmente ottenuto il risarcimento per gli studenti sovrattassati.

Ci appelliamo anche al corpo accademico e ai tecnici amministrativi affinché siano sostenute le nostre proposte di modifica e ci appelliamo a sindacati e forze politiche affinché, almeno per una volta, facciano sentire la propria voce a tutela degli studenti, delle famiglie più deboli e del territorio che potrebbe uscire duramenente colpito dal binomio tra numero chiuso e tasse alte.

 

Unione degli Universitari L’Aquila

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