Contributo Uduaq Manifestazione Primo Maggio 2009 di CGIL-CISL-UIL

Pubblicato il 2 Maggio 2009 | Autore: | Categoria: Primo Piano, Terremoto a L'Aquila

Sono passati 25 giorni. Il dolore è ancora vivo e lancinante per la perdita di 297 persone.
Pesantissimo il prezzo pagato dagli studenti universitari.
55 di noi sono morti quella notte. Il nostro pensiero va a loro. Abbiamo perso amici e compagni.
Un pensiero e un saluto particolare lo vogliamo rivolgere ad un nostro compagno che aveva scelto di spendere parte del suo tempo nella rappresentanza, per difendere i diritti degli studenti.
Ciao Elvio.
La commozione è forte nel ricordare tutti questi ragazzi che erano qui, come noi, per studiare.
Per costruire il proprio futuro. Un futuro purtroppo spezzato quella tragica notte.
La città dell’Aquila si è rivelata matrigna nei confronti degli studenti. Si è accorta veramente della nostra presenza solo dopo la tragedia, dopo che i palazzi affittati, spesso in nero, si sono sgretolati, completamente frantumati, trasformandosi in tombe per tanti ragazzi come noi.
La città ha sfruttato la presenza degli studenti, ma non si è mai preoccupata di offrir loro servizi adeguati.
Per anni l’Udu ha denunciato lo stato di degrado di molte abitazioni. Siamo stati costretti a vivere in alloggi carissimi, spesso invivibili e soprattutto insicuri. Abbiamo lottato per l’emersione dal nero e per il nostro diritto a vivere in case sicure. Le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Ed oggi ci troviamo qui, a piangere i morti.
La città e le Istituzioni poco o nulla hanno fatto per dare piena cittadananza agli studenti. Oggi ci si accorge dell’importanza dell’Università e del suo portato di cultura e di socialità. Dell’enorme ricchezza portata dagli studenti in questi anni all’Aquila.
La casa dello studente è stato uno dei luoghi simbolo della tragedia che ha colpito la nostra città. Quella casa rappresentava il fulcro della vita studentesca aquilana e poteva ospitare oltre 100 studenti provenienti da tutte le regioni italiane. Questo a dimostrare quanto l’Aquila fosse una vera e propria città universitaria.
In 30 secondi quel terremoto ha portato via le vite dei nostri amici residenti li, strappate via senza una spiegazione.
Ora chiediamo alle autorità competenti di vigilare sulle prossime costruzioni, sulla prossima casa dello studente. Noi vogliamo che gli stabili in cui andranno a vivere gli studenti, pubblici e privati, siano luoghi sicuri.
Gli studenti hanno mostrato da subito la volontà di reagire a questa immane tragedia. Il nostro impegno quotidiano è rivolto totalmente alla ricostruzione della nostra città.
E non lo diciamo per retorica: sentiamo davvero L’Aquila la nostra città, anche se eravamo considerati cittadini di serie B.
Vogliamo ripartire ricostruendo il nostro Ateneo, i luoghi del nostro studio e della nostra socialità.
Nei primissimi giorni successivi al sisma, la reazione dell’Ateneo è stata molto positiva. Entrando nella sede della Facoltà di Scienze, si vedevano già i segnali di una ripresa. La ripresa di un’attività a partire da qualche banchetto, qualche computer funzionante, piccoli segnali della volontà di ricominciare.
Questa è stata una cosa importante, che ha rafforzato la nostra voglia di lottare per riappropriarci delle nostre vite, delle nostre prospettive per il futuro.
Anche se sconvolti da una tragedia senza pari, abbiamo da subito manifestato la nostra voglia di riprendere a studiare e vivere a L’Aquila.
Ciò che va garantito ora agli studenti è la possibilità di studiare, di fare gli esami e di laurearsi.
Per questo è necessario mettere in campo iniziative che consentano a tutti noi di reperire materiale didattico, perchè molti hanno lasciato tutto, compresi i libri, sotto le macerie. Senza questo tipo di intervento è impossibile ricominciare a studiare.
Abbiamo da subito sostenuto questa posizione, ritenendo di fatto impraticabile la strada della ripresa delle lezioni frontali.
E invece, ci siamo trovati a dover discutere di dove dislocare i nostri corsi di laurea: Avezzano, Carsoli, Sulmona, Corropoli, Pineto….e L’Aquila?
È perfettamente inutile pensare a dove si dovrebbe fare lezione ora. Lo ribadiamo: ora si devono garantire sessioni d’esame e di laurea.
E per settembre si devono trovare soluzioni per riprendere l’attività didattica qui. A L’Aquila.
Per questo ci vuole la volontà politica da parte di tutti gli attori istituzionali, di concentrare risorse ed energie per individuare spazi nel territorio cittadino, strutture che riuscirebbero ad ospitare adeguatamente il nostro Ateneo.
Nei giorni scorsi abbiamo chiesto pubblicamente di destinare ad esso le strutture della scuola della Guardia di Finanza.
Se tale sede è in grado di ospitare il G8, perchè non può ospitare l’Università?
Questa è la domanda che poniamo a tutte le Istituzioni, in primis al Governo.
E non solo, nella nostra città ci sono molte strutture che potrebbero ospitare il nostro Ateneo e i suoi studenti.
La Reiss Romoli potrebbe accogliere i corsi di laurea del settore dell’ICT, rilanciando così un settore già presente in quella struttura.
Per non parlare delle varie caserme sparse sul territorio cittadino che risultano ampiamente sottoutilizzate.
Per queste ragioni riteniamo che ci siano i margini per ripartire con l’attività universitaria qui all’Aquila.
Sono lampanti, purtroppo, le spinte politiche interne ed esterne al mondo universitario, volte a smembrare l’Università dell’Aquila, al fine di sradicarla dalla città.
Non è ammissibile che in questo momento si assecondino gli interessi dei politicanti di turno che hanno tra i loro scopi quello di mettere la targa di città universitaria sul proprio territorio, esclusivamente per lucrare alle spalle degli studenti. Non abbiamo bisogno di finta solidarietà, o peggio, di vero e proprio sciacallaggio, da parte di gruppi di potere o di altri atenei.
Per garantire la permanenza dell’Ateneo nella sua sede naturale, a L’Aquila, è necessario mettere in campo iniziative immediate a favore degli studenti.
Già è una realtà l’annullamento della seconda rata delle tasse universitarie. Crediamo che sia un primo passo, anche se importante, ma del tutto insufficiente per dare agli studenti una seria prospettiva di continuare gli studi a L’Aquila. Chiediamo da subito che sia resa effettivo anche l’esonero dalle tasse di iscrizione per il prossimo anno accademico.
Sono necessari borse di studio e trasporti gratuiti per tutti gli studenti, su gomma e su rotaia da e per L’Aquila, per raggiungere le varie sedi universitarie.
Per risolvere il problema della residenzialità da settembre, abbiamo già proposto a diversi attori istituzionali, la costruzione di un villaggio di case di legno nei pressi della Facoltà di Scienze a Coppito, per avere alloggi sicuri, gratuiti e con tempi brevi di realizzazione.
Gli studenti stanno lottando per la loro Università. Per farla ripartire e farla rinascere più bella di prima e con essa far rinascere un’intera città, la nostra città.
Per far questo chiediamo a tutti uno sforzo in più, uno slancio, per essere davvero all’altezza della sfida che ci attende.
Tutti insieme possiamo farcela. Gli studenti saranno in prima linea, come sempre.

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